JOHN FANTE FESTIVAL
"IL DIO DI MIO PADRE" 2020

«Mentre navighiamo nelle acque agitate del 2020, non posso fare a meno di ricordare il grande combattente che fu John Fante».

Così esordisce Jim, il figlio dello scrittore italoamericano, nel suo racconto scritto appositamente per la nuova edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre” pensando ai numerosi problemi che affliggono il mondo in questo periodo, alla pandemia e alla paura che serpeggia inconsciamente ovunque, anche tra noi. Il suo è anche un invito a considerare John Fante in una nuova prospettiva, quella di un uomo resiliente, che ha saputo superare le difficoltà che un destino non felice gli ha presentato durante tutto l’arco della sua vita: la povertà e il razzismo nella sua infanzia, la sfortuna editoriale, la malattia che negli anni ha minato il suo corpo. Ad aiutarlo sono stati certamente la sua grande passione per la scrittura e la convinzione di essere nato per lasciare un segno nell’universo che aveva scelto di esplorare. E’ stato forte e compassionevole John Fante, ha ragione Jim. E questo è un motivo in più per amarlo.

Seguendo l’esempio del nostro nume tutelare, anche noi del John Fante Festival abbiamo cercato di essere resilienti in questo anno in cui avremmo voluto celebrare la XV edizione con leggerezza per goderci i successi di questo piccolo miracolo di Festival che si rinnova ogni anno in Abruzzo, a Torricella Peligna. Nonostante le difficoltà organizzative, finanziarie e sanitarie abbiamo deciso di esserci comunque.
Una volta che ci si mette in cammino con ostinazione si varca anche la soglia.
Ed eccoci qui con un programma da offrire al nostro amato pubblico.

Celebreremo le nostre 15 eroiche edizioni con Dalla parte di John Fante. Scritti e testimonianze, a cura di chi scrive e di Toni Ricciardi, storico dell’emigrazione. Nato nell’ambito del Festival, il volume contiene i testi di Victoria Fante, Jim Fante, Dan Fante, Antonio Buonanno, Fred Gardaphé, Giuliana Muscio, Lia Giancristofaro, Vinicio Capossela, Frank Spotnitz, Giancarlo De Cataldo, Marco Vichi, Gaetano Cappelli, Simona Baldelli, Alessio Romano, Gianni Vattimo, Sandro Veronesi.
Il libro, dedicato al compianto amico e maestro, Francesco Durante, custodisce il suo ultimo contributo sull’amato Johnny Boy.

Al Festival non potevano mancare, neanche quest’anno segnato dal Covid-19, Victoria e Jim Fante, seppure in video, a ricordarci che se siamo speciali è anche grazie alla loro presenza che si ripete negli anni.

In digitale, da oltreoceano, giunge da noi pure la testimonianza del grande attore italoamericano, Joe Mantegna, che nel 1989 ha interpretato Svevo Bandini nel film Aspetta primavera, Bandini del regista belga Dominique Deruddere. Quello che in Criminal Minds è l’agente speciale David Rossi ci racconta in una video-intervista delle sue origine italiane e di Fante, accompagnato dal suo (e nostro) caro amico Ray Abruzzo, già presente al Festival nel 2015.

Ad arricchire il nostro programma la partecipazione di un altro bravo attore, reduce di grandi successi televisivi, Alessio Vassallo, che interverrà in diretta streaming parlandoci della sua grande passione per l’opera di Fante.

Fantiano da sempre è anche il cantautore genovese Federico Sirianni, che quest’anno ci propone il suo ultimo album ispirato ai racconti dello scrittore colombiano Alvaro Mutis.

Ma a caratterizzare la XV edizione, più delle altre, sono i premi John Fante, che quest’anno hanno un palmares tutto al femminile. E non può che farci piacere visto che il nostro Festival ha sempre voluto celebrare l’altra metà del cielo di John Fante nella persona di Joyce Smart, intellettuale e poetessa che ha sempre creduto nel suo talento.
Le tre finaliste del Premio John Fante Opera Prima sono Alice Cappagli, Arianna Cecconi e Claudia Petrucci, mentre la vincitrice del Premio alla carriera John Fante – Vini Contesa è Melania Mazzucco, scelta dal suo predecessore, lo scrittore Sandro Veronesi.
Femminile è anche gran parte della giuria dei letterati, composta dalla presidente Maria Ida Gaeta, Nadia Terranova, Claudia Durastanti e Masolino D’Amico.

Il 16 agosto 1920 nasceva in Germania lo scrittore che ha legato più di tutti il suo nome a Fante, o meglio che, devoto alla sua scrittura, ha fatto sì che fosse riscoperto e ripubblicato tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta.
Il Festival non poteva non ricordare Charles Bukowski nell’anno del suo centenario e lo fa insieme allo scrittore Alessio Romano.

Lo sguardo sull’alterità ci appartiene da sempre proprio perché è presente nei romanzi di Fante attraverso i suoi protagonisti che sono quasi sempre degli antieroi. E dunque parleremo della  Vita, della morte e dei miracoli di Bonfiglio Liborio insieme allo scrittore abruzzese Remo Rapino, tra i più apprezzati di quest’ultima stagione letteraria, finalista del Premio Campiello 2020.

Concludiamo la manifestazione con nel cuore Torricella Peligna e gli altri paesini abruzzesi polverizzati da anni di spopolamento per riflettere insieme agli studiosi Simone D’Alessandro e Rita Salvatore su come ripartire dai borghi, per cambiare le città e ripensare lo sviluppo locale.

«Be strong but have compassion», scrive Jim nel suo racconto pensando a ciò che avrebbe detto suo padre di questi tempi. «E così sia», noi rispondiamo. Il John Fante Festival non si arrende.

La direttrice artistica Giovanna Di Lello