IL DIO DI MIO PADRE

Quassù a Torricella – a 100 anni da Roma
Dove puoi baciare la Majella sulle labbra
Ogni anno arriva il Festival su John Fante
E io cavalco il migliore, più affidabile proiettile d’argento di Mr Boeing
21 ore per essere tra questo pubblico
e soffro il jet lag e l’angoscia di rimandare scadenze vitali
e non scrivere i miei libri per essere qui,
per celebrare la vita e l’opera del mio vecchio.
Perché, vedi
Dopo 25 estati mi manca ancora
E il suo caratteraccio e il suo genio
E la sua abilità di ridurre in lacrime ogni pomposo produttore Hollywoodiano usando 20 parole o anche meno, oppure buttandogli un bicchiere in faccia
Lui mi torna in mente per far sì che io tenga presente che come uomo e come artista
Se non ho passione e verità, quel che mi rimane sono due palle marcescenti e bagnate di compiacenza e morte
Perciò qui nel mio cuore, nella mia Piccola Torre,
oggi John Fante vive ancora
Il mio Dio! La mia ispirazione!
Il mio migliore amico.
Ciao papà.

 
Poesia di Dan Fante

Torricella Peligna, 2 agosto 2008 (traduzione francesca caraceni)

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